Ulten Tal la Val d’Ultimo, così è il suo nome ed in queste appassionate righe vi spieghiamo il perché godere delle sue bellezze paesaggistiche mentre si soddisfa il bisogno di adrenalina.

Il nome Ultental potrebbe essere legato a radici indogermaniche con riferimento al terreno umido e paludoso di quelle zone.

LA CARICA DEI GS

Ci sono numerosi modi di viaggiare in moto, nessuno è il modo giusto e tutti lo sono ma viaggiare in compagnia di Gsisti veneti è l’inizio di una fantastica giornata e c’è lo dimostrano alla partenza da Rovereto sulla SS12, serpeggiando veloci sulla SP235 per raggiungere la Val di Non nota per i meleti.

Ci lasciamo alle spalle Dermulo e Sanzeno un antico villaggio retico della civiltà del ferro ed un importante centro didattico, ai piedi dell’Alta Valle sulla SS43. A Fondo comincia la vera scossa di adrenalina, a pelle potrebbero essere stati anche gli 8 gradi degli 11 tornanti del Passo Palade sulla SS238 ma non vogliamo darcelo per scontato e continuiamo a salire e per saggiare la nostra abilità di guida, per poi discendere verso i confini dell’Alto Adige nei pressi dell’abitato di Lana.

Abbiamo già percorso 107 chilometri (i primi 75 abbastanza noiosi) in sella alle nostre turistiche ben piantate sull’asfalto, ce ne aspetteranno altri 33 per scoprire che non siamo partiti solo per una gita in moto qualsiasi.

ULTEN TAL LA VAL D’ULTIMO, UN POST INSTAGRAM DAL VIVO

Decenni, secoli, millenni: il ritmo della natura è lento ma inesorabile, e dà vita a scenari di vertiginoso splendore ed i nostri occhi ci si stavano perdendo immortalando Santa Valburga una tradizionale vallata tirolese ed un grande gradino che ospita un suggestivo bacino artificiale del Lago di Zoccolo.

Ma è da Santa Geltrude bagnata da un tiepido sole autunnale, che si respira un’aria davvero speciale, magari quella d’autunno inoltrato, magari il poter accarezzare la neve salendo sempre di più, o magari perché continuando la cordata in salita, ci sentivamo sempre più grandi sulle pendici dell’immensa catena del Gruppo dell’Ortles sud-orientale per raggiungere il nostro “bivacco” al Lago di Fontana Bianca.

FONTANA BIANCA CI TOCCA LE CORDE DELL’ANIMA

Avevamo guidato quei fantastici 40 chilometri che costruivano la valle più suggestiva di tutte ed era arrivata l’ora di mettere le moto sui cavalletti per godere della vista davvero spettacolare che merita di essere immortalata con una foto ricordo: un paesaggio di larici secolari che si stavano piano spogliando delle prime foglie arancio.

Con i suoi 1.872 m di altitudine il Lago di Fontana Bianca decide di mostrare tutto il suo fascino in un ondeggiare delicato delle acque che si fa perdonare per qualsiasi tipo di temperatura stesse facendo li fuori.

Tutto questo macinare di chilometri ci ha messo una gran fame ed è qui che il gruppo degli amici veneti ha regalato la più bella festa di sempre. Attrezzati e ben organizzati hanno colpito duro il nostro colesterolo al quale abbiamo lanciato un guanto di sfida nell’assaggio di formaggi tipici e della gustosa soppressa veneta e sia più che chiaro: “quella originale”. Dal bauletto di un GS spunta un fornelletto da campo, una moca e del buonissimo caffè… “come fat en casa” cit.

Non c’è che dire, anche se solo un panino ed all’aperto, pranzare davanti ad uno scenario che muto ha parlato dentro di noi toccandoci le corde dell’anima, non ha avuto prezzo o chalet al caldo.

FEELS LIKE I’M FALLING IN LOVE (Coldplay)

Ci dispiace dover abbandonare quel meraviglioso posto anche se faceva freddo, ma davanti a noi dopo una brevissima sosta benzina ci aspettava un altro tratto scenografico: da Matzalun sulla SP86 poco sotto Santa Valburga.

Voliamo rapidi sull’asfalto come fossimo Luna Rossa in regata, i tornarti della SP28, verso la Val di Non, non ci impensieriscono e arrivando a Cles e costeggiando il Lago di Santa Giustina raggiungiamo le strade che già tutti conoscete benissimo e si può dire conclusa la nostra gita ad Ulten Tal la Val d’Ultimo.

FOTO E VIDEO

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